Ladakh - Contaminazioni Creative

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"Quando vivi in un luogo a lungo, diventi cieco perché non osservi più nulla. Io viaggio per non diventare cieco."
 Josef Koudelka
Ladakh 2019  
Ad un passo dal cielo… l’ultimo Shangri’la

Ad un passo dal cielo… là dove il Karakorum si incontra con l’Himalaya, là dove il deserto lambisce le altissime vette, là dove nasce l’Indo sfiorando verdissime oasi, là dove vivono cammelli battriani e yak, là  sugli alti passi di montagna dove i “cavalli al vento”, le colorate bandierine di preghiera tibetane, vibrano in aria invocando compassione, armonia, pace e protezione contro il male… è in quell’estrema propaggine dell’altopiano tibetano che vivono popoli di religione buddista, che hanno trovato rifugio in questo estremo lembo di India.

Le genti che abitano questa terra, profughi tibetani, seguono un ritmo di vita strettamente legato alla natura, basato sui principi della frugalità e dell'autosufficienza, alcuni sono nomadi dediti alla pastorizia, altri si dedicano alla agricoltura, tutti legati alle acque dei ghiacciai. Qui le montagne oltrepassano i 5000 metri, e sulle vette sorgono i monasteri che spuntano tra le nuvole e sembrano toccare il Paradiso.

L’estate, quando alle quote più basse le nevi perenni lasciano spazio ai deserti, diventa occasione di incontro e di socializzazione per questi popoli. Migliaia di persone accorrono dai villaggi più remoti ai monasteri più importanti per assistere ai festival tradizionali dove, danze mistiche (Chham dam) rappresentano la sconfitta dei demoni maligni da parte delle forze del bene. Durante queste celebrazioni, che raccontano la nascita del Buddismo Tibetano (Tantrico), le alte montagne si trasformano in un carnevale di colori.   Grosse maschere che rappresentano le stesse figure grottesche che adornano le pareti delle stanze dei monasteri, vengono indossate dai Lama assieme a coloratissimi abiti in tessuti broccati. La musica dei tamburi, delle trombe e dei gong ritmano le danze dei monaci che maneggiando spade e strumenti simbolici simulano i combattimenti tra gli spiriti benigni e le forze del male.

Visitare il Ladakh è come fare un viaggio nel tempo: è una terra lontana, situata in un luogo remoto e difficile che ospita gli esuli tibetani e confina con il Pakistan. Sicuramente non un viaggio per tutti. Tuttavia, quando ci trova al cospetto delle massicce ed imponenti catene montuose dove terra e cielo si sfiorano, dove il silenzio è rotto solo dal vento, ecco che ci si sente sopraffatti dalle più svariate emozioni. L’incontro con gli esuli tibetani è bellissimo: è un popolo accogliente e ospitale e partecipare ad un loro festival è un’esperienza indimenticabile che ci trasporta in una dimensione temporale sospesa tra passato e presente.
Foto e testi di proprietà di Beatrice Rovai
Sito realizzato da Maria Laura Baronti Marchiò
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